Notizie biografiche
Le origini
Gontran-Marie nacque il 21 febbraio 1877 a Auch, un paese del sud-est della Francia, da François Garrigou-Lagrange, funzionario statale, e Clémence Lasserre. Si trattava di una famiglia della piccola borghesia francese di provincia, nella quale si può annoverare la presenza di uno zio paterno, canonico dell'Arcidiocesi di Tolosa, morto in odore di santità.
I primi studi
Gontran vivrà nel paese natale sino al termine degli studi primari elementari. Tra il ginnasio ed il liceo si sposterà in diverse città, conseguendo la maturità classica a Tarbes. Già all'epoca liceale, il nostro si fece notare per la sua genialità in filosofia, tanto più che un ispettore scolastico restò sbalordito dalle sue risposte. Quell'ispettore era il celebre filosofo Jules Lachelier che, non riuscendo nella conciliazione tra cattolicesimo e kantismo, si dedicò all'insegnamento per salvaguardare la sua fede. Sarà, negli anni successivi, dopo la lettura di Le sens commun, che Lachelier farà presente a Garrigou il suo rammarico per non aver avuto modo di conoscere la filosofia scolastica.
Al termine del primo ciclo di studi, fece il suo ingresso in Università (1896). Frequentò per due anni la Facoltà di Medicina a Bordeaux. Fu allora che avvenne, secondo le sue parole, la “seconda conversione”, grazie alla lettura di un libro di filosofia spicciola del saggista cattolico Ernest Hello.
Frate domenicano
Prese dunque la decisione, nel 1897, di entrare nell'Ordine dei Frati Predicatori (i Domenicani) della Provincia di Amiens. D'allora in poi s'impose il nome col quale è conosciuto al grande pubblico: fra Réginald.
Compì i primi studi teologici presso il noviziato, sotto la guida, mai dimenticata dal nostro, di p. Ambroise Gardeil, celebre teologo autore di Le donné révélé et la théologie. Il 1902 sarà l'anno dell'Ordinazione sacerdotale in seguito alla quale, a Le Saulchoir, inizierà gli studi di approfondimento.
La carriera di docente
Dal 1904 comincerà, su invito dei suoi superiori, a frequentare lezioni complementari di filosofia alla Sorbona, dove seguì i corsi di teoretica di Henri Bergson e di storia della filosofia di Victor Brochard. Gli studi nella capitale francese lo porteranno a conoscere un Jacques Maritain ancora ateo e bergsoniano, ma che in futuro, con la moglie Raissa, diverrà suo intimo amico.
Dal 1905 iniziò, sempre a Le Saulchoir come docente di storia della filosofia, quella che sarà la sua lunga carriera di insegnamento. Sarà questa l'occasione per approfondire, oltre a san Tommaso e ai suoi commentatori, due figure della filosofia che contrassegnano la sua conoscenza: i razionalisti Leibniz e Spinoza.
A trentadue anni, nel 1909, il maestro generale dell'Ordine, p. Cormier, fondatore del Collegio Angelico, chiamò p. Réginald a Roma ad insegnare teologia dogmatica. È il medesimo anno nel quale compare la sua prima opera completa: Le sens commun, la philosophie de l'être et le formules dogmatiques. All'Angelicum si occupò per otto anni del trattato De Revelatione, per passare poi al commento della Summa theologiae. Dal 1917 iniziò pure un corso di teologia spirituale, frequentatissimo, anche da alte cariche religiose.
I circoli di San Tommaso ed il maestro spirituale
Dai primi Anni '20 inizia a trascorrere le vacanze estive presso i coniugi Maritain, assieme a quali fondò i cercles de St. Thomas. In questi gruppi diventano sempre più frequenti le conversazioni di teologia e ascetica tenuti da p. Réginald. Già nel 1931 i ritrovi sono circa 150 e, in essi, spiccano nomi come Journet, Dalbiez, van der Meer, O'Sullivan. Sotto la supervisione del nostro, viene redatto il Direttorio per i circoli, De la vie d'oraison, tutto incentrato sulla spiritualità di San Tommaso d'Aquino e di San Giovanni della Croce. Questa esperienza non resterà priva di frutti straordinari, che vanno dalle conversioni alle grazie mistiche.
Ma la consacrazione a maestro di spiritualità avvenne, nel 1923, con il testo Perfection chrétienne et contemplation selon saint Thomas d'Aquin et saint Jean de la Croix, che subito lo conquista al grande pubblico. Nel giro di breve tempo si moltiplicano le predicazioni di esercizi spirituali, la guida di ritiri e la direzione spirituale.
Verso il declino di questa vita
Il 1955 è l'anno della nomina a consultore del Sant'Uffizio; incarico che accetta a fatica, date le instabili condizioni di salute e la novità delle questioni da trattare, di ordine più pratico che speculativo. Nonostante le difficoltà il nuovo ambiente gli piace, specialmente la direzione organizzata e la capacità di sintesi del card. Alfredo Ottaviani. La sua presenza durerà però soltanto cinque anni, quando nel 1960, a causa del peggioramento della sua salute, sempre più scostante, abbandonerà l'incarico.
Gli ultimi anni della sua vita saranno segnati, quasi per contrappasso, da una sempre più frequente perdita della lucidità (morbo di Alzheimer?), che tormenterà quella mente che per circa cinquant'anni ha servito il Signore e la sua Chiesa. Tuttavia seppe accettare eroicamente tale condizione, esternando la sua rassegnazione alla volontà divina nei rari momenti di lucidità. Un ultimo grande sforzo fu la rinuncia alla nomina, voluta da Giovanni XXIII in persona, a consultore della Commissione centrale preparatoria del Concilio ecumenico Vaticano II.
Offrì questi ultimi anni di vita pregando per la Chiesa, sino a quando si spense il 15 febbraio 1964.