La teologia
Schema sintetico del pensiero teologico generale
di p. Garrigou-Lagrange
Opere principali di riferimento:
- Le Sauveur et son amour pour nous
- La prédestination des saints et la grace. Doctrine de S. Thomas compare aux autres systems théologiques
- La synthèse thomiste
- De Revelatione per Ecclesiam catholicam proposita
- De Deo uno. Commentarium in primam partem S. Thomae
- De Deo trino et creatore
- De Christo Salvatore
- De gratia
- De virtutibus theologicis
- De beatitudine et de actibus humanis
- De Eucharistia
Il lavoro teologico di Garrigou-Lagrange è caratterizzato dalla forma del commento che, abbracciando quasi tutta la Summa theologiae di san Tommaso, si raccoglie in sei grossi volumi. Ad essi si affiancano, come ouverture, i due volumi De Revelatione. Sinteticamente si può anticipare che non vi sia problema teologico di una qualche rilevanza che Garrigou-Lagrange non abbia affrontato.
1. Natura della teologia
1.1. Definizione: la teologia è la scienza che difende i principi della fede contro coloro che li negano, cerca di comprenderli e di trarne delle conclusioni. Con principi della fede s'intendono i dogmi, i misteri. Tale operazione si realizza pienamente nella teologia sistematica che difende speculativamente i principi della fede, risolvendo le obiezioni, cercandone la comprensione tramite l'analogia sia sul versante naturale sia tra i misteri stessi, per ricavarne infine delle conclusioni.
1.2. La teologia non è una scienza naturale:
* quanto all'oggetto: non tratta della natura ma di Dio e delle cose secondo il loro rapporto con Lui;
* quanto al soggetto: nel teologo sono richieste le condizioni interiori soprannaturali, che pur non sono un habitus entitativamente ed intrinsecamente ma solo radicalmente ed originariamente soprannaturale; dunque la teologia degli eretici non è vera teologia e comunque si distingue specificatamente dalla teologia cattolica;
* quanto al metodo: esso è principalmente il metodo dell'autorità, ovvero la teologia argomenta principalmente l'autorità di Dio rivelante. Gli altri argomenti annessi hanno puro uso strumentale. Dall'autorità si ricava il corpo dottrinale con metodo sintetico-analitico. Inoltre, specificando, la teologia positiva adopera preminentemente il metodo induttivo o analitico, la teologia sistematica il metodo deduttivo o sintetico.
1.3. La teologia si distingue dalla metafisica e dalla fede. La fede ha come motivo formale la rivelazione virtuale (si fonda immediatamente sulla rivelazione divina), la metafisica ha come motivo formale il lume della ragione. La teologia si trova in posizione intermedia: si fonda sulla Rivelazione in quanto essa contiene virtualmente le conclusioni che si possono dedurre con la ragione.
1.4. La maggior comprensione dei misteri. Per far ciò ricorre a due strumenti: l'analogia della fede e le scienze naturali (principalmente la filosofia, contro il fideismo). Tuttavia non è possibile assumere qualunque sistema filosofico che non sia vagliato, di diritto e di dovere, alla luce della Rivelazione.
1.5. Il sistema teologico. Esso non è costituito dall'incasellamento e coordinazione delle verità rivelate all'interno di un precedente sistema filosofico. L'architettura di un sistema teologico deve avere essa stessa origine rivelata: la nozione rivelata di Dio stesso. Di conseguenza il migliore sistema teologico è quello che si rifà alla nozione più alta e più vera di Dio, vale a dire quella di Ente supremo, e non quella di Bene, ovvero in rapporto a noi in quanto fine ultimo. Si noti che il concetto di Ente supremo al quale Garrigou si riferisce non è di natura metafisica bensì biblica, il Dio Unitrino, il mistero della vita intima della divinità.
2. Immutabilità del dogma. Il dogma è oggetto di riflessione da parte della teologia in quanto principio di fede; la questione dell'immutabilità venne risollevata ai tempi di Garrigou dalla crisi modernista. Tale tema tuttavia occupò il nostro già nell'opera filosofica Le sens commun.
2.1. Si tratta di qualificare il dogma non come un limite a cui tende l'intelligenza dei credenti, bensì come una verità assolutamente certa ed immutabile, certamente conforme fin d'ora alla realtà divina.
2.2. Soluzione: per i non credenti porre la questione è già risoluzione affermativa di essa. È necessario però che le nozioni analogiche abbiano valore reale, ontologico, trascendentale ed immutabile.
2.3. La ragione conferma: se quello che affermiamo è, la nostra affermazione è vera. Vale a dire, la sua verità risiede nella conformità con la realtà delle cose.
2.4. La Rivelazione conferma: non può cadere in errore l'infallibilità di Dio comunicata agli apostoli e alla Sua Chiesa.
2.5. Tuttavia, il dogma è immutabile in se stesso, ma potrebbe essere immutabile quoad nos. Quest'ultima possibilità resta aperta grazie alla fecondità inesauribile e vivente della Rivelazione.
2.6. Conclusione: ciò che progredisce in estensione è la conoscenza del dogma, sebbene il dogma sia immutabile in se stesso. Tale progresso avviene attraverso tre istanze: a) confutazione degli errori; b) studio privato dei teologi; c) risposta al bisogno delle anime.
- Le Sauveur et son amour pour nous
- La prédestination des saints et la grace. Doctrine de S. Thomas compare aux autres systems théologiques
- La synthèse thomiste
- De Revelatione per Ecclesiam catholicam proposita
- De Deo uno. Commentarium in primam partem S. Thomae
- De Deo trino et creatore
- De Christo Salvatore
- De gratia
- De virtutibus theologicis
- De beatitudine et de actibus humanis
- De Eucharistia
Il lavoro teologico di Garrigou-Lagrange è caratterizzato dalla forma del commento che, abbracciando quasi tutta la Summa theologiae di san Tommaso, si raccoglie in sei grossi volumi. Ad essi si affiancano, come ouverture, i due volumi De Revelatione. Sinteticamente si può anticipare che non vi sia problema teologico di una qualche rilevanza che Garrigou-Lagrange non abbia affrontato.
1. Natura della teologia
1.1. Definizione: la teologia è la scienza che difende i principi della fede contro coloro che li negano, cerca di comprenderli e di trarne delle conclusioni. Con principi della fede s'intendono i dogmi, i misteri. Tale operazione si realizza pienamente nella teologia sistematica che difende speculativamente i principi della fede, risolvendo le obiezioni, cercandone la comprensione tramite l'analogia sia sul versante naturale sia tra i misteri stessi, per ricavarne infine delle conclusioni.
1.2. La teologia non è una scienza naturale:
* quanto all'oggetto: non tratta della natura ma di Dio e delle cose secondo il loro rapporto con Lui;
* quanto al soggetto: nel teologo sono richieste le condizioni interiori soprannaturali, che pur non sono un habitus entitativamente ed intrinsecamente ma solo radicalmente ed originariamente soprannaturale; dunque la teologia degli eretici non è vera teologia e comunque si distingue specificatamente dalla teologia cattolica;
* quanto al metodo: esso è principalmente il metodo dell'autorità, ovvero la teologia argomenta principalmente l'autorità di Dio rivelante. Gli altri argomenti annessi hanno puro uso strumentale. Dall'autorità si ricava il corpo dottrinale con metodo sintetico-analitico. Inoltre, specificando, la teologia positiva adopera preminentemente il metodo induttivo o analitico, la teologia sistematica il metodo deduttivo o sintetico.
1.3. La teologia si distingue dalla metafisica e dalla fede. La fede ha come motivo formale la rivelazione virtuale (si fonda immediatamente sulla rivelazione divina), la metafisica ha come motivo formale il lume della ragione. La teologia si trova in posizione intermedia: si fonda sulla Rivelazione in quanto essa contiene virtualmente le conclusioni che si possono dedurre con la ragione.
1.4. La maggior comprensione dei misteri. Per far ciò ricorre a due strumenti: l'analogia della fede e le scienze naturali (principalmente la filosofia, contro il fideismo). Tuttavia non è possibile assumere qualunque sistema filosofico che non sia vagliato, di diritto e di dovere, alla luce della Rivelazione.
1.5. Il sistema teologico. Esso non è costituito dall'incasellamento e coordinazione delle verità rivelate all'interno di un precedente sistema filosofico. L'architettura di un sistema teologico deve avere essa stessa origine rivelata: la nozione rivelata di Dio stesso. Di conseguenza il migliore sistema teologico è quello che si rifà alla nozione più alta e più vera di Dio, vale a dire quella di Ente supremo, e non quella di Bene, ovvero in rapporto a noi in quanto fine ultimo. Si noti che il concetto di Ente supremo al quale Garrigou si riferisce non è di natura metafisica bensì biblica, il Dio Unitrino, il mistero della vita intima della divinità.
2. Immutabilità del dogma. Il dogma è oggetto di riflessione da parte della teologia in quanto principio di fede; la questione dell'immutabilità venne risollevata ai tempi di Garrigou dalla crisi modernista. Tale tema tuttavia occupò il nostro già nell'opera filosofica Le sens commun.
2.1. Si tratta di qualificare il dogma non come un limite a cui tende l'intelligenza dei credenti, bensì come una verità assolutamente certa ed immutabile, certamente conforme fin d'ora alla realtà divina.
2.2. Soluzione: per i non credenti porre la questione è già risoluzione affermativa di essa. È necessario però che le nozioni analogiche abbiano valore reale, ontologico, trascendentale ed immutabile.
2.3. La ragione conferma: se quello che affermiamo è, la nostra affermazione è vera. Vale a dire, la sua verità risiede nella conformità con la realtà delle cose.
2.4. La Rivelazione conferma: non può cadere in errore l'infallibilità di Dio comunicata agli apostoli e alla Sua Chiesa.
2.5. Tuttavia, il dogma è immutabile in se stesso, ma potrebbe essere immutabile quoad nos. Quest'ultima possibilità resta aperta grazie alla fecondità inesauribile e vivente della Rivelazione.
2.6. Conclusione: ciò che progredisce in estensione è la conoscenza del dogma, sebbene il dogma sia immutabile in se stesso. Tale progresso avviene attraverso tre istanze: a) confutazione degli errori; b) studio privato dei teologi; c) risposta al bisogno delle anime.